Sicurezza delle pavimentazioni sui luoghi di lavoro: come approcciarsi al problema della scivolosità
Progettare pavimenti a prova di infortunio si dimostra particolarmente complesso nel caso di realizzazioni in opera. Diventa quindi fondamentale approcciare con rigore la valutazione del rischio di scivolosità nella pratica progettuale. Tale impegno implica una comprensione approfondita delle normative comunemente applicate in Italia e in Europa.
I pavimenti classificati secondo la normativa DIN 51130 sono validi?
I certificati antiscivolo eseguiti secondo le norme DIN forniscono valori poco attendibili per i pavimenti eseguiti in opera, sollevando questioni importanti sulla cautela da adottare nella loro interpretazione.
Eppure, trovare la resistenza allo scivolamento espressa con la lettera “R” seguita da un numero, non è affatto infrequente. Anzi, la classificazione ereditata dalla normativa tedesca DIN è spesso presa come riferimento tecnico. Innanzitutto, occorre ricordare che la determinazione delle proprietà antiscivolo con questo metodo non gode di valore legale in Italia. Oltre a questo, il Test della Rampa prescritto dalla norma DIN 51130 rappresenta un valido supporto solo su campioni realizzati in laboratorio, e non si rivela uno strumento utile per i materiali che si applicano in situ. In particolare, il Ramp Test ha il limite di applicarsi alle piastrelle, ma non ai pavimenti continui. In pratica, i test prescritti dalla DIN tedesca non sono in grado di verificare le effettive condizioni di lavoro della pavimentazione. Infatti, il grado di finitura di una superficie finita è correlato a tanti fattori diversi, che non possono essere trascurati semplicemente adottando metodi di posa facilmente riproducibili in cantiere. Questo ci porta a riflettere sull'importanza di cercare metodi di valutazione della scivolosità più aderenti alle reali esigenze di sicurezza sul lavoro.
Tortus Test svolto su materiali diversi dalla ceramica: resina e calcestruzzo
Il metodo inglese, prescritto dalla normativa cogente italiana per la valutazione della resistenza allo scivolamento, non è strettamente pertinente all’ambito dei pavimenti realizzati in situ. Originariamente concepito per la ceramica, il metodo del Tortus Test richiede oggi un'interpretazione attenta per coprire le nuove esigenze dei materiali emergenti come le resine.
Cosa fare quindi per mettersi al riparo da pericoli? Sarà indispensabile adottare opportune conversioni per valutare correttamente le classi di scivolosità.
Attualmente, questo è l’orientamento prevalente, visto che il metodo del BCRA è l'unico standard tecnico ufficialmente riconosciuto oggi dalla legge italiana in materia di scivolosità dei pavimenti , secondo quanto indicato nel DM 236 - par. 8.2.2.
Il Tortus Test su cui si basa il metodo BCRA ha il vantaggio di poter essere applicato sia in laboratorio che in situ per valutare pavimenti già posati, grazie ad uno strumento maneggevole chiamato “Tortus Digital Tribometer”. In cantiere, lo scivolosimetro consente quindi di valutare le prestazioni dei pavimenti direttamente a lavoro finito.
Progettare la resistenza allo scivolamento secondo le classi europee
Per armonizzare i test sulla resistenza allo scivolamento a livello europeo, i Paesi membri hanno adottato la norma EN 13036-4:2011. La nuova normativa supera le discrepanze dei metodi nazionali, come il DIN tedesco, semplificando l'interpretazione dei risultati con classificazioni chiare.
Molti produttori però si riferiscono ancora al metodo tedesco DIN 51130. Cosa fare allora se ci si trova con un pavimento classificato secondo le DIN? Teoricamente, esisterebbe la possibilità di utilizzare delle tabelle di equipollenza. Tuttavia, una tabella di conversione ufficiale non esiste, in quanto determinare una correlazione tra i risultati dei due metodi di prova risulta impossibile. Questo evidenzia l'importanza di orientarsi verso standard europei per una valutazione omogenea e trasparente della sicurezza.
La norma antiscivolo europea è oggi definita dal Pendulum Test, un metodo di prova consolidato e affidabile che può essere eseguito anche in cantiere, fornendo i reali valori del rivestimento in opera. Per i sistemi certificati in base alla UN EN 13036-4, come quelli Draco, i risultati del British Pendulum sono facilmente interpretabili con le classi di prestazione indicate nella norma UNI 1504-2.
I criteri di scelta per un sistema antisdrucciolo in resina
La proprietà di antiscivolosità di un pavimento in resina è determinata dallo strato di finitura superficiale che chiude il ciclo resinoso della pavimentazione. Alcuni rivestimenti nascono antiscivolo grazie all'aggiunta di specifici additivi nelle finiture. In altri casi, la superficie del pavimento viene resa ruvida attraverso un trattamento chimico abrasivo.
In ogni caso, la perfetta adesione del sistema pavimentale richiede un supporto in condizioni ottimali, libero da inquinanti come oli e idrocarburi. Nei casi particolarmente esposti, potrebbe essere necessario intervenire con metodi più invasivi di preparazione meccanica del piano di posa, come ad esempio la fresatura. Sarebbe saggio anche prelevare un campione per capire fino a che profondità è penetrato l’inquinante. Questo fenomeno peggiora infatti all’aumentare del tempo di permanenza e dell’iterazione dello sversamento.
Rischio scivolamento pavimentazioni nei luoghi di lavoro: quale norma applicare
La normativa italiana per valutare la scivolosità dei pavimenti nei luoghi di lavoro si basa su diverse fonti, tra cui il DL 81/08. Tuttavia, al paragrafo 1.3.2. vengono fornite poche indicazioni generiche sulle obbligatorietà nei confronti della pavimentazione antiscivolo, e non sono chiare le distinzioni per la specifica destinazione d’uso. Vi sono poi norme che stabiliscono criteri e metodi di test, come abbiamo visto in questo articolo. Riportiamo di seguito una sintesi completa del quadro normativo di riferimento in Italia e in Europa.
- Decreto Ministeriale 236/89 : introduce norme per la rimozione delle barriere architettoniche, comprese specifiche per la sicurezza dei pavimenti
- Decreto Legislativo 81/08 : stabilisce requisiti generali per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, inclusi aspetti legati ai pavimenti
- Standard europeo EN 13036-4 : adotta il metodo del pendolo per misurare la resistenza allo scivolamento dei pavimenti
- Norma europea EN 1504-2 : definisce i sistemi di protezione superficiale per il calcestruzzo, compresi i rivestimenti antiscivolo
Oltre a questi, le norme tedesche DIN 51130 e DIN 51097 specificano metodi di test per la valutazione dell'angolo di scivolamento rispettivamente in ambienti industriali e a piedi nudi in ambiente bagnato, ma vale la pena ricordare che sono rilevanti solo per test su campione, e comunque non ammessi nel contesto legislativo italiano.
SCIVOLOSITÀ PERICOLOSA | valore minore di 0.2 | μ ≤ 0,19 |
SCIVOLOSITÀ ECCESSIVA | valore maggiore/quale a 0.2 e inferiore a 0.4 | 0,20 ≤ μ ≤ 0,39 |
ATTRITO SODDISFACENTE |
valore maggiore/uguale a 0.4 e minore di 0.74 |
0,40 ≤ μ ≤ 0,74 |
ATTRITO ECCELLENTE |
valore maggiore di 0.74 | μ ≥ 0,75 |
ATTRITO SODDISFACENTE | ATTRITO ECCELLENTE | ||
0,40 ≤ μ ≤ 0,50 | 0,51 ≤ μ ≤ 0,74 | μ ≥ 0,75 | |
SISTEMI |
|||
DRACOFLOOR LD | X | ||
DRACOFLOOR LD + DRACOFILLER | X | ||
DRACOFLOOR MD | X | ||
DRACOFLOOR MD + DRACOFILLER | X | ||
DRACOFLOOR MD + FILLER | X | ||
DRACOFLOOR HD | X | ||
DRACOFLOOR HD + DRACOFILLER | X | ||
DRACOFLOOR HD + FILLER | X | ||
DRACOFLOOR DS | X | ||
DRACOFLOOR COMFORT PU | X | ||
DRACOFLOOR GYMNASIUM | X | ||
DRACOFLOOR PLAY | X | ||
DRACOFLOOR SAFE PLAY | X | ||
DRACOFLOOR MULTISPORT | X | ||
DURAFLOOR 4.6 | X | ||
DURAFLOOR 6.12 | X |